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martedì 15 dicembre 2009

VUOI sapere quanto morirai?

http://www.newsky.it/deathclock/deathclock/index.htm

martedì 28 ottobre 2008

IL CODICE DEL RADIOAMATORE

Se no siete cosi buttate le radio e appresso anche voi HI HI..

CODICE INTERNAZIONALE DEL RADIOAMATORE


Il Radioamatore si comporta da gentiluomo
Non usa mai la radio solo per il proprio piacere e comunque mai in modo da diminuire il piacere altrui.
E’ leale
Offre la sua lealtà, incoraggiamento e sostegno al Servizio d'Amatore, ai colleghi ed alla propria Associazione, attraverso la quale il radiantismo del suo Paese è rappresentato.
E’progressista
Mantiene la propria stazione tecnicamente aggiornata ed efficiente e la usa in modo impeccabile.
E’amichevole
Trasmette lentamente e ripete con pazienza ciò che non è stato compreso, dà suggerimenti e consigli ai principianti nonché cortese assistenza e cooperazione a chiunque ne abbia bisogno: del resto ciò è il vero significato dello "spirito del Radioamatore".
E’equilibrato
La radio è la sua passione; fa però in modo che essa non sia di scapito di alcuno dei doveri che egli ha verso la propria famiglia, il lavoro e la collettività.
E’altruista
La sua abilità, le sue conoscenze e la sua stazione sono sempre a disposizione del Paese e della comunità.

IDOLATRIA

Centra poco e niente con le radio ma mi sento di scrivere questo piccolo commento e il significato della parola (idolatria) per quando possa interessare alle persone che visiteranno il mio piccolo sito o per quando gli e ne può fregare, si, proprio cosi, parlo di religione o di alcuni principi e di comandamenti che si ignorano come l'idolatria

L'idolatria
Nella società odierna, parlando di idoli o di idolatria si è portati subito a pensare a quelle statuette d'oro, d'argento, di legno o di altro materiale, che gli antichi popoli della terra si fabbricavano per rendere loro il culto, adorandole e attribuendo ad esse doti divine o molto spesso identificandole con delle presunte divinità.
Leggendo i libri dei profeti Isaia e Geremia, possiamo trovare la descrizione della loro fabbricazione; statuette che raggiungevano dimensioni umane rappresentanti "dei domestici", i cosiddetti terafim. Altre statue raggiungevano dimensioni colossali come quella eretta nella Pianura di Dura dal re Nebucadnetsar (v. Daniele 3:1).Si può pensare a quei riti misticheggianti che i popoli primitivi compivano in onore di divinità sconosciute effettuando sacrifici umani per ottenere la protezione degli dei, la fecondità della terra, la vittoria nelle battaglie e nelle guerre, ecc.Volendo adeguarci ai nostri tempi, se effettuassimo un sondaggio d'opinione tra la gente comune, chiedendo cosa sia l'idolatria e se tutt'oggi esiste, la maggioranza di esse risponderebbe esprimendo i concetti sopra citati ed affermerebbero che l'idolatria oggi esiste soltanto tra i popoli meno civilizzati. Se l'uomo d'oggi fosse accusato di essere un idolatra, certamente resterebbe turbato, scandalizzato se non addirittura offeso da tale affermazione.
Quindi la civilizzazione dell'uomo avrebbe sconfitto l'idolatria, a noi tanto lontana; invece non è così. Tutt'oggi l'idolatria è presente anche tra le persone cosiddette «civilizzate». Il vero senso dell'idolatria può essere sintetizzato in questa affermazione:
L'idolo può essere una persona o una cosa che nel nostro cuore prende il posto di Dio: anche le cose che a noi possono sembrare banali, se occupano nel nostro cuore lo spazio che spetta a Dio, sono idoli.
Inoltre, l'amore del denaro, la concupiscenza, l'avarizia, la ghiottoneria sono tutte forme di idolatria. Lo sport, il potere, il sesso, l'io dell'uomo, anche l'amore per una persona possono diventare idoli. Se si mette al posto del Creatore la creatura si entra nell'idolatria.
"Fate dunque morire le vostre membra che son sulla terra: fornicazione, impurità, lussuria, mala concupiscenza e cupidigia, la quale è idolatria" (Colossesi 3:5).
"Poiché voi sapete molto bene che nessun fornicatore o impuro, o avaro (che è un idolatra), ha eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Efesini 5:5).
Pensiamo per esempio alle grandi manifestazioni sportive e alla grande attenzione che suscitano; durante i periodi dei mondiali di calcio (dove viene celebrato il "dio pallone"), i giornali, la televisione, i mass-media in genere concentrano l'attenzione dell'intero globo, facendo passare in secondo piano notizie magari ben più importanti. Non c'è nulla di male nello sport o in altre cose, quando queste non invadono la vita dell'uomo al punto di diventare la cosa più importante della vita, prendendo il posto che spetta a Dio solamente. Questo esempio vale naturalmente anche per la musica, la televisione, il denaro, il cibo, e ogni altra cosa. Queste cose non contengono un male in sé ma è il valore che gli dà a volte l'uomo che le rende idoli. Anche l'amore per la propria fidanzata o moglie se ha la priorità nella propria vita al punto di causare una trascuratezza verso Dio, nel servirLo, adorarLo ed amarLo, diventa idolatria (vedi le parole di Gesù in Matteo 10:37).
Quindi stiamo attenti a non cadere nell'idolatria, non pensando che essa sia necessariamente il genuflettersi davanti a una statua o il rivolgersi a pratiche occulte o esoteriche, ma dando il giusto valore ad ogni cosa e soprattutto mettendo al primo posto nelle priorità del nostro cuore e della nostra vita di tutti i giorni Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore.

Studio biblico: Idolatria o adorazione di Dio?
PrefazioneSono riconoscente al Signore per avermi concesso la possibilità di realizzare queste poche pagine redatte con l’intento di rendere onore al suo santo nome.Nella nostra cultura occidentale, l’idolatria viene spesso considerata lontana nel tempo e nello spazio; invece sotto molte forme manifeste o velate, diffuse o ignorate, accettate o camuffate, è presente anche presso di noi o "in" noi.Questo breve studio vuole invitare i lettori a considerare a quale dio affidano la loro vita presente e futura e, per chi non l’avesse ancora fatto, a scoprire l’Unico Vero Dio, Creatore e Signore.
Rossella Melodia (giugno 1994)
"Allora Gesù disse: va' Satana, poiché sta scritto: Adora il Signore Iddio tuo e a Lui solo rendi il culto."(Matteo 4:10)
1. DIO È L’UNICO DIO
1.1 DIO, IL CREATORE, SI RIVELA NELLA SUA PAROLA
La prima pagina della Bibbia, anzi già le prime parole, ci parlano di Dio, come creatore "dei cieli e della terra" (Genesi 1:1)
Viene messo subito in evidenza l’efficacia della Parola di Dio, il legame stretto tra la "Parola creatrice" e la creazione, che non si esaurisce nell’atto creatore (già potente e meraviglioso) ma che dura nel tempo, infatti: "sia la luce e la luce fu". (Genesi 1:2-3) E la luce, così come tutto il creato, c’è ancora!
"In perpetuo o Eterno, la tua Parola è stabile nei cieli. La tua fedeltà dura di età in età, tu hai fondato la terra ed essa sussiste". (Salmo 119:89-90)
Evidente è anche l’intenzione di Dio di rivelarsi ed entrare subito in stretto rapporto con la sua creatura più amata: l’uomo. Sia alla creazione, che nel corso di tutti i secoli della storia umana. Dio quindi vuole farsi conoscere, ma è lui che determina i modi, gli aspetti e i tempi della rivelazione.
1.2 DIO SI RIVELA COME UNICO DIO
I passaggi biblici in cui Dio rivela qualcosa di sé, dei suoi pensieri, progetti, azioni, sono numerosissimi, e la scelta fatta in questo breve studio, riguarda solo alcuni passaggi che ci rivelano Dio, come "unico Dio", Creatore, Salvatore, Signore di tutto l’universo, escludendo, quindi, categoricamente, ogni falsa divinità.
"Ora vedete che io sono Dio e che non v’è altro Dio accanto a me."
"L’Eterno, l’Iddio nostro, è l’unico Eterno". (Deuteronomio 32:39 e 6:4)
Dio, l’Eterno, vuole che tutti coloro che lo temono, lo cercano e lo adorano, sappiano e riconoscano chi egli è e ciò che desidera rivelarci di sé e delle sue opere, e che, a loro volta, divengano suoi testimoni nel mondo.
"I miei testimoni siete voi dice l’Eterno, voi ed il mio servo che io ho scelto, affinché voi lo sappiate, mi crediate e riconosciate che sono io. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me non v’è Salvatore" (Isaia 43:10-11)
Leggendo queste parole, ci mettiamo, se così si può dire, nella "posizione di ascolto" ed a ciascuno di noi il Signore stesso dice:
"Sappi dunque oggi e ritieni in cuor tuo che l’Eterno è Dio: lassù nei cieli e quaggiù sulla Terra; e che non ve n’è alcun altro." (Deuteronomio 4:39)
NON VE N’È ALCUN ALTRO!
Se vogliamo dunque adorare il vero Dio, facciamo attenzione a ciò che Lui stesso ci dice, ascoltiamo la sua Parola e lasciamo da parte i nostri personali (o tradizionali) modi di considerare le cose, se la Parola di Dio ci fa vedere altrimenti.
Questo breve capitolo, e la lettura di alcuni versetti ci hanno finora detto che Dio è l’unico Dio, Creatore, Eterno, Salvatore, Signore dei cieli e della terra.
2. DIO E LE IMMAGINI
2.1 PROIBIZIONE DI FARSI IMMAGINI DI DIO.
Per prima cosa dobbiamo ricordare una cosa fondamentale: in Genesi sta scritto che "Dio formò l’uomo a SUA immagine…" (1:27)
e non siamo autorizzati a farci un dio a NOSTRA immagine, né materiale, né mentale, ma ci è richiesto di ascoltare la sua Parola, per sapere cosa Dio ci dice e vuole da noi.
Cosa dice Dio delle immagini che l’uomo fa per adorarlo?
Si può immaginare Dio?
Possiamo farci delle immagini, delle statue che ci "aiutino" a pensare a Lui?
"…non dobbiamo credere che la divinità sia simile ad oro, argento o a pietra scolpita dall’arte o dall’immaginazione umana (Atti 17:29)
Si può rappresentare Dio?
"A chi vorreste voi assomigliare Iddio?E con quale immagine lo rappresentereste?Un artista fonde l’idolo, l’orafo lo ricopre d’oro e vi salda delle catenelle d’argento… A chi dunque mi vorreste assomigliare, perché io gli sia pari?"(Isaia 40:18-26 Cfr. 41:4-7 e 24; 44: 6-20)
Dio, quindi, non desidera che l’uomo, anche se per adorarlo, si serva di immagini: statue, pitture, e rappresentazioni. Per quanto possano essere belle e artistiche non sono gradite a Dio.
Dio non vuole essere rappresentato data l’impossibilità di immaginarlo o paragonarlo a qualcosa e VIETA, in maniera categorica, di farsi immagini di altre cose per farne oggetto di culto.
2.2 PROIBIZIONE DI ADORARE IMMAGINI.
L’Eterno è un Dio "geloso": la nostra adorazione deve essere rivolta solo a Lui.
"Non ti fare scultura alcuna, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli e nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso."(Esodo 20:2-5; Deuteronomio 4:15-19)
Immagini di cose celesti, immagini di cose terrestri; immagini umane: ogni tipo di statua e immagine è categoricamente proibita.
"Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite, nè statue e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa, poiché io sono l'Eterno, l’Iddio vostro." (Levitico 26:1)
Prostrarsi, inginocchiarsi, è indiscutibilmente segno di ADORAZIONE, infatti, quando i magi d’oriente cercano Gesù lo cercano non solo per fargli dei doni ma per adorarlo, le indicazioni dei Vangeli sono precise:
"i magi prostratisi adorarono Gesù" (Matteo 2:11)
ed ancora è Satana stesso a dichiararlo quando nel tentare Gesù, dice:
"Tutte queste cose io te le darò, se prostrandoti tu mi adori" (Matteo 4:9)
ed ancora, dopo la resurrezione, Gesù riceve l’adorazione di alcune donne:
"esse accostatesi gli strinsero i piedi e l’adorarono" (Matteo 28:9, Giovanni 9:38).
È chiaramente espressa, in tutta la Bibbia, la proibizione di farsi immagini di ogni genere: uomo, donna, altri esseri (Deuteronomio 4:16-17).
Così porle su altari e colonne, inginocchiarsi, baciarle, accendere candele, incenso, fare offerte varie, portarle in processione, rivolgere loro preghiere è un’abominazione per Dio. Le immagini o immaginette, statue, reliquie, sono IDOLI.
Anche il 2° comandamento proibisce l’uso di immagini:
"Non ti fare scultura alcuna, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose, non servire loro, perché io l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso"
(Esodo 20:4)
A questo punto ci possiamo domandare se le statue che riempiono le chiese di ogni paese e città, che ornano i crocicchi e le case, servono per "aiutare a ricordarci di Dio", o se invece CONTRASTANO apertamente la volontà di Dio, ben chiaramente espressa.
Dio ha detto esplicitamente: NON vi fate immagini a scopo di culto.
Ricordiamo che la sua Parola non si può annullare e non muterà mai (Salmo 119:89). A meno che, a noi, non stiano più a cuore le nostre tradizioni umane (ma Gesù condanna severamente coloro che, in un modo o in un altro lasciano la verità della Parola di Dio, per la tradizione umana!), dobbiamo riconoscere i nostri errori ed allontanarcene.
2.3 GLI IDOLI SONO EFFICACI?Una statua è una scultura di marmo, legno, gesso, metalli vari, a volte anche preziosi, ma sempre materiali inerti lavorati dallo mano dell’uomo.
"I loro idoli sono argento e oro, opera di mano d’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano la loro gola non rende alcun suono." (Salmo 115:4-9; 135:15; Habacuc 2:18-20)
Sono "pezzi di legno", dice Dio stesso, per bocca del profeta Isaia:
"I loro idoli più cari, non giovano a nulla…. Il fabbro lima il ferro, lo mette nel fuoco, forma l’idolo a colpi di martello… Il falegname stende la sua corda, disegna l’idolo con la matita, lo lavora con lo scalpello, lo misura con il compasso e ne fa una bella figura umana, una bella forma d’uomo, perché abiti una casa.…..Nessuno rientra in sé stesso, ed ha conoscimento ed intelletto per dire: mi prostrerò io d’innanzi ad un pezzo di legno?" (Isaia. 44: 9-20)
Quale efficacia può avere un "pezzo di legno"?
Senza altri commenti, leggiamo cosa dice a proposito il profeta Geremia:
"I costumi dei popoli sono vanità……. si taglia un albero della foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia, lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e martelli perché non si muova. Codesti dèi, sono come pali in un orto di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli perché non possono camminare. Non li temete! Perché non possono fare alcun male, e non è in loro potere di fare del bene" (Geremia 10:2-11).
E’ competenza dell’artigiano, saper scegliere il pezzo di legno adatto per trarne, secondo una ben precisa domanda commerciale, delle statue sacre o degli oggetti di uso profano. E i profeti come Geremia e Isaia, e apostoli come Paolo, cercano di aprire gli occhi ai loro contemporanei (ed anche a noi) sulla vacuità di farsi un idolo e poi pregarlo.
2.4 COSA NE PENSA DIO DI QUELLI CHE SI RIVOLGONO ALLE STATUE ?
"Non hanno intelletto quelli che portano il loro idolo di legno e pregano un dio che non può salvare." (Isaia 45:20)
Pensiamo alle innumerevoli processioni, che quasi quotidianamente attraversano l’una o l’altra delle nostre città e villaggi; le statue sono portate a spalla a volte in estenuanti viaggi e corse, tra le grida della folla, come al tempo del profeta Isaia.
"Profondono l’oro dalla loro borsa, pesano l’argento nella bilancia, pagano un orefice, perché ne faccia un dio per prostrarglisi davanti, per adorarlo. Se lo caricano sulle spalle, lo portano, lo mettono al suo posto, ed esso sta in piedi e non si muove dal suo posto e benché uno gridi a lui, esso non risponde, né lo salva dalla sua distretta" (Isaia 46:6-7).
Anche nel Nuovo Testamento, l’apostolo Paolo esorta a "fuggire l’idolatria" arrivando a dire che il culto reso agli idoli, è in realtà "reso ai demoni e non a Dio" (1 Corinti 10:19-20).
2.5 È TOLLERABILE AGLI OCCHI DI DIO L’IDOLATRIA?
Per l’antico Israele la proibizione era totale, severa, incontestabile. L’appartenenza al popolo di Dio, lo doveva differenziare dagli altri popoli, e dai loro usi.
Nello stretto rapporto, tra Dio ed il suo popolo, non suoni strana l’espressione che segue, poiché l’Eterno si è spesso paragonato allo sposo della infedele Israele.
"Essi mi hanno mosso a gelosia con ciò che non è Dio, mi hanno irritato coi loro idoli vani" (Deuteronomio 32:21 cfr. Geremia 7:18).
Facciamo dunque nostra l’esortazione di Paolo:
"Perciò cari miei, fuggite l’idolatria!" (I Corinti 10:14)
e quella dell’apostolo Giovanni:
"Figlioletti, guardatevi dagli idoli." (I Giovanni 5:21)
3. BISOGNA CERCARE DEI MEDIATORI ?3.1 LA MEDIAZIONE DEI SANTI
Certe chiese, luoghi intenzionalmente destinati ad accogliere fedeli che rendono culto a Dio, sono molto spesso dedicate agli idoli. Portano infatti il nome di "santi", cioè di persone ritenute pie, da tempo morte e che vengono onorate con statue, feste, processioni, insomma proprio con tutto ciò che Dio non vuole! Possiamo umilmente chiederci se siamo "fedeli" a Dio facendo ciò che egli ci domanda, o invece a lui "infedeli"?
La maggior parte delle statue collocate dentro e fuori le chiese cattoliche, non rappresentano neppure il nostro Signore Gesù (Dio non vuole nessun tipo di statua, ma sarebbe umanamente più logico) ma sono statue raffiguranti altre persone.
Di alcuni di questi cosiddetti "santi" esistono solo leggende, pie tradizioni e non documenti storici.
Recentemente il Papa stesso ha dichiarato che alcuni dei santi tra i più venerati, non erano neppure mai esistiti [nel nuovo calendario liturgico 1969 sono stati eliminati: santa Filomena, santa Veronica, san Gennaro (poi ristabilito), ecc].
La funzione mediatrice dei santi, è una pura invenzione umana.
Maria, la mamma di Gesù, e i santi raffigurati nelle immagini, sono dei morti non ancora risuscitati e la Bibbia vieta, con parole severe, qualunque contatto, o tentativo di contatto con l’aldilà.
"…un popolo non deve consultare il suo Dio? Si rivolgerà ai morti in favore dei vivi?" (Isaia 8:19-20).
Nel capitolo 11 della lettera agli Ebrei vengono citati i "testimoni della fede", cioè credenti che ci sono di esempio, ma non una sola parola ci spinge alla loro "venerazione". Sono infatti presentati solo per incoraggiare la nostra fede e perseveranza, affinché "non ci perdiamo d’animo" (II Corinti 4:1).
Il brano termina non con un incoraggiamento alla venerazione di martiri o santi defunti, ma con un imperativo categorico:
"….guardando Gesù, … perfetto esempio di fede." (Ebrei 12:1-2).
Non solo qui non c’è nessuna indicazione alla "dulia" (culto di venerazione dei santi) ma c’è una raccomandazione ben ferma: prendete pure esempio dalla loro fede, ma "guardando a Gesù".
Si può inoltre notare che, in questo capitolo, neppure un accenno viene fatto a Maria, madre di Gesù. Se veramente le appartenesse tutto ciò che oggi di lei si dice (Immacolata, Ausiliatrice, ecc.) non avrebbe avuto diritto ad almeno un po’ di posto nella lista ed un accenno di venerazione?
3.2 GESÙ UNICO MEDIATORE
È a Dio direttamente che ci si deve rivolgere, nel nome di Gesù Cristo (suo Figliolo), l’unico che ci garantisce di poter accedere al Padre. Infatti:
"Nel nostro Signore Cristo Gesù abbiamo la libertà d’accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in lui" (Efesini 3:12).
Gesù stesso, parlando con i suoi discepoli, dichiara di essere "l’unica via", infatti nel vangelo di Giovanni leggiamo queste sue parole:
"Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me…" (Giovanni 14:6).
Gesù è l’unico Salvatore, l’unico nome "nel quale è la nostra salvezza" e l’apostolo Pietro, con coraggio testimonia che:
"..in nessun altro è la salvezza; poiché non vi è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi possiamo essere salvati." (Atti 4:12)
Nostro unico Salvatore, mediatore ed intercessore è Gesù Cristo; non vi sono altri intermediari:
"…poiché v’è un solo Dio, ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù.." (I Timoteo 2:5).
Ed ancora:
"Gesù Cristo è quel che è morto; e più che questo è risuscitato ed è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi" (Romani 8:34; cfr. Ebrei 7:25).
3.3 GLI APOSTOLI NON VOGLIONO ESSERE ADORATI
Si può aggiungere che gli apostoli stessi, ancora in vita, RIFIUTAVANO categoricamente qualunque forma di venerazione a loro rivolta.
"E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò ai piedi e l’adorò. Ma Pietro lo rialzò dicendo: alzati, anch’io sono uomo" (Atti 10:25-26; 14:11-15).
Qualcuno può obiettare che Pietro, dopo la morte, è in uno stato differente rispetto a quando era sulla terra, quindi se ne dedurrebbe che si possa venerarlo, poiché è spirito vivente nel cospetto di Dio.
Vi sono numerosi esempi di "santi" morti prima della fine della stesura dei Vangeli:
(Giovanni Battista) e degli Atti (Santo Stefano primo martire, Giacomo, ecc.) che potrebbero, a ragione, ricevere la venerazione dei credenti rimasti. Invece in nessuno di questi libri, né nelle lettere, né in Apocalisse vediamo che i credenti viventi preghino o invochino questi santi e martiri, né incitino altri a farlo. Come mai?
L’apostolo Paolo, fa una affermazione estremamente interessante scrivendo ai Filippesi:
"Io sono stretto dai due lati: ho il desiderio di partire e d’essere con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore, ma il mio rimanere nella carne, è più necessario per voi" (1:23-24).
Qui l’apostolo Paolo dice espressamente che sa di essere più utile, anzi "necessario" a loro, se rimane vivo, e non morto.
Se il "partire e l’essere con Cristo", cioè morire ed essere nella gloria, fossero non solo una gioia per Paolo, ma la possibilità di intercessione per i Filippesi, un aiuto per loro, l’apostolo non si sarebbe espresso nei termini inequivocabili che abbiamo letto.
I "santi" sono utili agli uomini da vivi, non da morti.
Anche il più grande "santo", cioè credente, da MORTO non può fare NULLA per i vivi e viceversa.
È un’abominazione terribile il crederlo; il culto dei morti è di origine satanica.
3.4 GLI ANGELI NON VOGLIONO ESSERE ADORATI
Il discorso della venerazione come idolatria, non cambia neppure in relazione agli angeli: infatti neppure gli angeli (spiriti viventi al cospetto di Dio) vanno venerati.
Vediamo infatti cosa dice la Parola di Dio a questo proposito.
"Ed io Giovanni… quando ebbi udite e vedute (queste cose) mi prostrai per adorare ai piedi dell’angelo, che mi aveva mostrato queste cose, ma egli mi disse: Guardati dal farlo! Io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che serbano le parole di questo libro. Adora Iddio!" (Apocalisse 22:9; cfr. 19:10)
ADORA IDDIO!
Questa esortazione fatta da un angelo all’apostolo Giovanni (che essendo uomo aveva le stesse caratteristiche nostre) deve essere presa alla lettera (e da subito) da coloro che vogliono veramente restare nell’obbedienza alla volontà di Dio.
Dobbiamo adorare Iddio direttamente, senza la mediazione di statue che dovrebbero aiutarci a ricordarlo, senza la mediazione di persone che ne prendono il posto…
Dobbiamo adorare Iddio senza l’intermediazione dei cosiddetti "santi"; adorare Dio in "spirito e verità" (Giovanni 4:23). Cristo Gesù è l’unico intermediario tra Dio e gli uomini, egli che è Dio rivelatosi in carne:
"Poiché v’è un solo Dio, ed anche UN SOLO MEDIATORE fra Dio e gli uomini: CRISTO GESÙ uomo, il quale diede se stesso quale prezzo di riscatto per tutti" (I Timoteo 2:5).
Gesù cristo è vivente, oggi e in eterno!
Ricordiamoci che dobbiamo dare a Dio il culto che lui desidera, e non quello che fa piacere a noi, e che ci viene tramandato dalla tradizione umana.
4. L’IDOLATRIA ESISTE ANCORA
4.1 IL CULTO IDOLATRA ESISTEVA SOLO NELL’ANTICHITÀ?
No! Ai tempi di Abramo (circa 1800 a.C.) l’idolatria era diffusa e praticata ovunque e ai tempi in cui Israele era un regno, minacciava il popolo di Dio, ma non si deve pensare che essa sia relegata al passato.
L’apostolo Paolo, soggiornando ad Atene, soffriva nel vedere "la città piena di idoli" (siamo nel 60 d.C. circa).
"…Or mentre Paolo li aspettava ad Atene, lo spirito gli si inacerbiva dentro a vedere la città piena di idoli." (Atti 17:16)
Lo stesso Paolo scriveva invece, poco dopo, ai Tessalonicesi, questo elogio:
"…vi siete convertiti dagli idoli a Dio per servire l’Iddio vivente e vero…" (1:9)
Se 2.000 anni prima di Cristo, l’uomo era idolatra, se lo era anche ai tempi di Cristo, possiamo dire, che l’uomo non è cambiato neppure oggi 2.000 anni dopo Cristo.
Infatti il progresso scientifico e tecnologico non ha migliorato il cuore dell’uomo, che, se non si converte a Dio, resta insanabilmente maligno incline al male (Geremia 17:9).
"Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili, perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, irreligiosi, senza affezione naturale, mancatori di fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi la forma della pietà, ma avendone rinnegata la potenza" (I Timoteo 3:1-5).
Quanto Paolo prediceva, si sta realizzando sotto i nostri occhi: gli uomini cercano il dio denaro, il dio piacere, il dio egoismo, il dio ateismo, il dio IO.
E nel futuro, le cose, miglioreranno? La Bibbia ci dice di no.
Anche negli ultimi giorni, predetti dal libro dell’Apocalisse, si riparla di idolatria, di statue di idoli, malgrado i giudizi spaventosi cui sarà sottoposta l’umanità.
"…e il resto degli uomini non si ravvederà delle opere delle loro mani, sì da non adorare più demoni e gli idoli d’oro e d’argento e di rame e di pietra e di legno, i quali non possono né vedere, né udire, né camminare" (Apocalisse 9:20).
4.2 VARIE FORME DI IDOLATRIAL’idolatria assume diversi aspetti, alcuni, forse, insospettati.
Se fino ad ora abbiamo visto come non sia richiesta da Dio, anzi sia energicamente vietata, la fabbricazione di immagini e statue per adorarle, non si può pensare che sia meno grave l’idolatria che certe persone manifestano per altre persone.
Basti pensare al "delirio" che suscitano gli "idoli" sportivi, o della canzone, o del cinema.
Anche alcuni oggetti di uso comune, hanno assunto la funzione di idoli. Fa parte del linguaggio corrente, dire: l’automobile è il suo idolo… come mi piace questa pelliccia, io adoro il visone… io non credo in niente altro che nella scienza …nella politica…. nell’uomo….nella pace…. (che poi è sempre credere nell’uomo), ecc.
Ci sono anche altre più nascoste e tenaci forme di idolatria, che potrebbero restare nei meandri bui del nostro cuore tortuoso, se la Parola di Dio non li svelasse.
Infatti, l’idolatria è anche nascosta nel cuore.
"Poiché la ribellione è come il peccato della divinazione, e l’ostinazione è come l’adorazione degli idoli e degli dèi domestici" (I Samuele 15:23).
"…questi uomini hanno innalzato i loro idoli nel loro cuore" (Ezechiele.14:1-11; 16:17).
Se i precedenti versetti non ci riguardano, forse siamo tra quelli a cui sono rivolti quelli seguenti….
"Poiché voi sapete molto bene che nessun… avaro - che è un idolatra - ha eredità nel regno di Cristo e di Dio (Efesini 5:5-6)"...la cupidigia è idolatria…" (Colossesi 3:5)
L’avarizia, la cupidigia, la ribellione, l’orgoglio, sono tutte forme di idolatria.
Il peccato di idolatria riguarda MOLTI, è un peccato molto più diffuso di quanto non si pensi.
4.3 COSA FARE PER CHI SI SENTE COLPEVOLE DAVANTI A DIO.
La Parola di Dio, citata in questa ricerca sull’idolatria, parla chiaro: molti uomini sono idolatri, molti non conoscono il vero Dio, molti lo offendono addirittura con pratiche idolatre che Dio reputa abominevoli. Che fare?
"Or essi, udite queste cose, furon compunti nel cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: fratelli, che dobbiamo fare? E Pietro a loro: ravvedetevi" (Atti.2:37-38).
Deve ravvedersi anche chi è stato idolatra senza rendersene conto, in buona fede, seguendo ciò che gli era stato insegnato?
"Iddio, dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi" (Atti.17:30).
Ed ancora…
"Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ve n’è alcun altro" (Isaia. 45:22).
Ravvedersi, pentirsi, rivolgersi a Dio, chiedere ed ottenere il perdono, credere alla Parola di Dio, tutto ciò è necessario per chi vuole adorare il vero Dio.
Gesù Cristo è venuto sulla terra proprio per salvarci dai nostri peccati, ha preso su di sé la condanna che sarebbe stata per ciascuno di noi.
Non c’è peccato che non possa essere perdonato e la Parola di Dio, quando ci fa vedere il nostro peccato, lo fa perché ci possiamo ravvedere, pentire e convertire, lasciando il peccato e scegliendo Dio e la sua Via.
Chi si sente colpevole davanti a Dio, ha una speranza, purché esprima il pentimento e richieda a Dio, il perdono:
"Prendete con voi delle parole e tornate all’Eterno! Ditegli: "perdona tutta la nostra iniquità"…"(e Dio risponde…) "Io guarirò la loro infedeltà, io li amerò di cuore…" (Osea 14:2-4).
"E se vi par mal fatto servire l’Eterno, scegliete oggi a chi volete servire: o agli dèi ai quali i vostri padri servirono…. di là dal fiume (Eufrate), o agli dei degli Amorei, nel paese dei quali abitate.QUANTO A ME E ALLA CASA MIA, SERVIREMO ALL’ETERNO."

martedì 27 maggio 2008

UNA DELLE MIE POSTAZIONI DI QRL


IL MIO CARISSIMO AMICO IZ1MLD ALEX IL QUALE HA SCATTATO LE FOTO








mercoledì 21 maggio 2008

LA STORIA DI GULIELMO MARCONI E LA TELEGRAFIA

GUGLIELMO MARCONI nacque a Bologna il 25 aprile 1874, da papà Giuseppe e dalla di lui seconda moglie, Annie Jameson, protestante; dalla mamma ereditava la tenacia e la perseveranza, oltre la conoscenza della lingua inglese; dal padre una ferrea volontà ed il senso degli affari. All 'età' di 7 anni entrò nell 'Istituto Cavallero di Firenze e nel 1885 all 'Istituto Nazionale di Livorno, dove la famiglia si era nel frattempo trasferita. Sempre a Livorno GUGLIELMO ebbe cultura religiosa presso la locale Chiesa Valdese, ove venne "confermato" (la cresima per il rito cattolico) nell 'aprile del 1882; la madre aveva messo infatti per condizione, prima di sposarsi, che i figli fossero allevati nella fede protestante; ed infatti poi GUGLIELMO sposera in prime nozze l' irlandese Beatrice O'Brien, anch 'essa protestante. Autodidatta, appena diciottenne sentì nascere in sé (lo scrive lui stesso) una irresistibile vocazione verso la fisica e l' elettricità'. Allievo a Livorno dei professori Vincenzo Rosa e Giotto Bizzarrini, acquisì da essi una più rigorosa mentalità scientifica in un momento particolarmente importante per l' indirizzo delle sue ricerche. Gli erano ben note le idee e la teoria di MAXWELL, le esperienze di HERTZ, RIGHI, CALZECCHI-ONESTI, BRANLY. Nell 'estate del 1894, quando la famiglia Marconi si recò in vacanza nelle montagne del biellese (vicino a Torino), il giovane GUGLIELMO ebbe modo di riflettere sulle ricerche scientifiche di HERTZ e pensò di usare le onde hertziane a scopi di comunicazione. Questa fu la magnifica intuizione di MARCONI, alla quale nessuno era arrivato, nessuno aveva minimamente pensato. Nell 'autunno successivo, nella villa di Pontecchio presso Bologna, il giovane ventenne trasformò il granaio in laboratorio, lavorando notte e giorno tra rotoli di filo di rame, sfere di ottone, rocchetti di Ruhmkorff, tasti Morse e campanelli, realizzando i primi rudimentali apparecchi. I primi deboli segnali riuscirono a superare qualche centinaio di metri; dalla finestra del granaio dove era posto il trasmettitore fino alla collinetta in fondo al giardino ove si trovava il ricevitore, i tre punti della lettera S viaggiavano nello spazio arrivando a destinazione, ed il colono Mignani sventolava un fazzoletto, indicando l' avvenuta ricezione. MARCONI però voleva superare gli ostacoli del terreno e trasmettere tra due punti tra loro non visibili. Portò il ricevitore al di la della collina, dove il Mignani con il suo fucile attese che il campanello del ricevitore suonasse per tre volte. Dal suo granaio MARCONI premette per tre volte sul tasto del trasmettitore e gli rispose lontano un colpo di fucile: le onde elettromagnetiche avevano superato l' ostacolo, le radio comunicazioni erano ora possibili!

Il primo brevetto offerto al governo
Per quegli esperimenti MARCONI usò gli oscillatori di HERTZ e di RIGHI, ma le onde elettromagnetiche erano troppo deboli per superare grandi distanze. Superò le difficoltà accoppiando all 'oscillatore di HERTZ un 'antenna ed una presa di terra, ottenendo così maggior potenza. Nel 1986 l' inventore ottenne il primo brevetto che donò al governo italiano di allora, offerta che non venne nemmeno presa in considerazione. La madre, comprendendo l' importanza dell 'invenzione, scrisse ai suoi parenti in Inghilterra e questi la consigliarono di mandare il figlio a Londra, ove sarebbe stato più facile trovare i capitali necessari allo sviluppo dell 'invenzione. Il 2 febbraio 1896 MARCONI partì per l' Inghilterra dove, con l' aiuto dell 'ingegnere DAVID JAMESON, cugino della madre, fu presentato al direttore dei Telefoni e delle Poste, sir WILLIAM PREECE, che divenne un suo entusiasta sostenitore. Il 27 luglio MARCONI compì con successo il primo esperimento ufficiale dalla terrazza del Post Office alla piana di Salisbury. Altre trasmissioni vennero effettuate con successo attraverso il canale di Bristol, tra Penarth e Weston. Nel 1897 MARCONI fondò la prima organizzazione per lo sfruttamento commerciale della sua invenzione e nel giugno dello stesso anno, su invito del governo italiano, tornò in Italia, a La Spezia, ove effettuò comunicazioni tra l' arsenale e la corazzata San Martino, superando la distanza di 18 Km. Tornato in Inghilterra, il 20 luglio MARCONI costituì la WIRELESS TELEGRAPH TRADING SIGNAL CO. LTD. In novembre fu costruita la prima stazione fissa MARCONI a Needless nell 'isola di Wight e furono effettuati collegamenti con Bornmouth alla distanza di 23 Km.
Il primo servizio radiotelegrafico
Nel maggio del 1898 MARCONI realizzò i primi apparecchi con circuiti sintonici atti a garantire l' indipendenza delle comunicazioni contemporanee di più stazioni (il futuro e famoso brevetto 7777) e nel luglio dello stesso anno effettuò il primo servizio radiotelegrafico giornalistico in occasione delle regate veliche indette dal Royal Yacht Club per conto del Daily Express, trasmettendo la radiocronaca dal piroscafo Flying Hontress a Kingstown che era collegata a Dublino per telefono. Il 26 agosto per la prima volta fu chiesto soccorso per mezzo della telegrafia senza fili da parte di un battello faro; il 3 marzo venne effettuato il primo salvataggio di naufraghi del piroscafo Mathens mediante la radiotelegrafia ed il 27 dello stesso mese MARCONI realizzò il collegamento radiotelegrafico dall 'Inghilterra alla Francia, tra Wimereux presso Boulogne-sur-Mer e South Fourelad presso Dover, alla distanza di 32 miglia. In settembre MARCONI si recò negli Stati Uniti dove realizzò il collegamento tra gli incrociatori New York e Massachusetts della Marina Americana. In questo periodo MARCONI perfezionò i suoi apparecchi allo scopo di vincere le difficoltà che si opponevano al superamento di distanze sempre maggiori, delle montagne ma soprattutto della curvatura terrestre, che gli scienziati di allora ritenevano insuperabile per le onde radio. E' il 1900: la WIRELESS TELEGRAPH TRADING SIGNAL CO. LTD prese il nome di MARCONI WIRELESS TELEGRAPH CO. LTD ed il 26 aprile MARCONI ottenne lo storico brevetto inglese nø 7777 sui primi apparecchi sintonici. In ottobre terminò la costruzione della stazione di Poldhu in Cornovaglia, il più potente impianto di trasmissione radiotelegrafica mai costruito fino ad allora. Il 26 novembre 1901 MARCONI accompagnato dai suoi assistenti PAGET e KEMPT si imbarcò a Liverpool e raggiunse St. John's a Terranova, dove costruì un 'altra stazione radio: il 12 dicembre verso le 12,30, ora del luogo, MARCONI. ricevette i tre deboli segnali corrispondenti alle tre battute della lettera S dell 'alfabeto MORSE. Per la prima volta al mondo le onde elettromagnetiche erano state ricevute oltre oceano.
Il 22 febbraio MARCONI si imbarcò sulla nave Philadelphia diretto in America per realizzare una grande stazione radiotelegrafica a Glace Bay in Nuova Scozia, su invito del governo canadese. Durante la traversata lo scienziato compì importanti esperimenti scoprendo la nociva influenza delle radiazioni solari sulle trasmissioni,e, constatato che i ricevitori basati sull 'impiego del coherer non rispondevano più alle esigenze di stabilità e costanza di ricezione, venne nella determinazione di creare un nuovo tipo di rivelatore. Questo nuovo tipo di apparecchio sarà il Detector Magnetico, che MARCONI brevetta il 25 giugno 1902 e che usa per la prima volta in luglio a bordo della corazzata italiana Carlo Alberto, messa a sua disposizione dal governo italiano per la famosa campagna radiotelegrafica da Napoli a Kronstadt in Russia, rimanendo in collegamento continuo con la stazione inglese di Poldhu. Nell 'ottobre dello stesso anno la Carlo Alberto faceva rotta verso il Canada e MARCONI giunse a Glace Bay dove iniziò gli esperimenti di radiocomunicazioni transatlantiche in senso inverso, cioè tra l' America e l' Europa; la stazione di Poldhu funzionava da ricevente. Per molto tempo non fu possibile nessun collegamento e da Poldhu, via cavo, MARCONI ricevette soltanto la scoraggiante parola convenzionale "standard", ossia "non abbiamo ricevuto nulla". Finalmente il 15 dicembre giungeva via cavo da Poldhu la parola "greentime" cioè "abbiamo ricevuto qualche segnale", mentre il 18 la ricezione diventava intelligibile e la trasmissione era ormai assicurata nei due sensi: era stata operata la prima trasmissione bilaterale transoceanica. Nel settembre del 1903 durante la traversata dall 'Inghilterra agli Stati Uniti a bordo del transatlantico Lucania Marconi stabilì il primo servizio stampa tra l' Europa e l' America, iniziando la pubblicazione regolare di giornali a bordo della nave durante la navigazione in Atlantico. Nel 1904 MARCONI costruì l' oscillatore rotante, scoprì le proprietà direttive delle antenne orizzontali, ed iniziò ad usare la valvole termoioniche FLEMING. Nel 1905 brevetta le sue antenne orizzontali direttive, che permettevano un enorme aumento di intensità dei segnali. Il 10 dicembre del 1909 GUGLIELMO MARCONI viene insignito del PREMIO NOBEL per la Fisica.
Al servizio dell 'esercito italiano
Nel 1912 MARCONI inventò un nuovo metodo per generare onde continue chiamato "sistema a scintilla multipla", un ingegnoso stadio di transizione tra i precedenti apparecchi a scintilla e quelli ad onda continua. Nel 1914, perfezionati gli apparecchi radiotelefonici con valvole termoioniche a triodo, sperimentò con successo un regolare servizio radiotelefonico.
Allo scoppio della prima guerra mondiale si mise al servizio del Governo italiano come ufficiale dell 'esercito. Nel marzo del 1916, a seguito di alcuni inconvenienti rivelatisi durante le operazioni belliche nell 'uso delle onde lunghe, MARCONI iniziava la costruzione dei primi apparati in VHF, aprendo così un più vasto orizzonte allo sviluppo della radio. Nel 1919 acquistò il panfilo Elettra, che divenne il suo personale laboratorio, a bordo del quale si rifugiava per intendere ai suoi studi ed alle sue ricerche. Appurate ormai le preziose proprietà delle onde corte, nel 1922 MARCONI ne raccomandò l' uso al posto delle onde lunghe e fra il giugno ed il luglio del 1923 effettuò importantissime esperienze fra la stazione di Poldhu ed il panfilo Elettra, alla fonda presso le Isole di Capo Verde (una distanza di circa 4000 Km), con risultati talmente lusinghieri da indurlo a tentare distanze ancora maggiori.
Nel 1924 MARCONI costruì diverse stazioni ad Onda Corta, nella banda dei 30 - 60 MHz, per conto del governo britannico, ed il 30 maggio dello stesso anno avvenne la prima regolare trasmissione della voce umana tra l' Inghilterra (Poldhu) e l'Australia (Sidney). Il 5 ottobre il Ministero delle Comunicazioni dava l' autorizzazione alla "Società Unione Radiofonica Italiana" di iniziare il servizio delle radio audizioni in Italia.
Le lampadine del municipio
Il 15 giugno MARCONI sposò in seconde nozze la contessa Maria Cristina Bozzi Scali (scomparsa recentemente) ed il 1ø gennaio 1928 viene nominato presidente del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Il 26 marzo 1930, da bordo del panfilo Elettra ancorato nel porto di Genova, MARCONI inviò impulsi telegrafici che percorrendo 14.000 miglia accesero le lampade del palazzo municipale di Sidney in Australia. Il 19 settembre fu nominato Presidente della Regia Accademia d' Italia.A seguito dell 'avvento di regolari servizi radio in tutto il mondo, l' etere andava sempre più congestionandosi; MARCONI aprì allora nuovi orizzonti alla radio, perfezionando gli apparecchi a riflettore funzionanti su lunghezze d' onda inferiori al metro. Il 12 febbraio 1931 MARCONI, alla presenza di Papa Pio XI, inaugurò la nuova stazione radio della Città del Vaticano, ed il 13 settembre dello stesso anno, dal suo ufficio di Roma, MARCONI illuminò la statua del Redentore a Rio de Janeiro, attraverso il ripetitore di Coltano. E' in quel periodo che MARCONI dimostra la possibilità dell 'uso delle microonde comunicando tra Santa Margherita Ligure e Levanto (36 Km). Nel 1932 effettuò il collegamento radio telegrafico stabile tra il Vaticano e Castel Gandolfo (sede estiva del Papa), e tra il 2 e l'11 agosto compì importanti esperimenti tra Rocca di Papa e l' Elettra fino alla distanza di 224 Km (127 oltre la portata ottica) e tra Rocca di Papa e Senapro di Capo Lipari in Sardegna, alla distanza di 269 Km, usando onde della lunghezza di 57 cm!
L' anticipazione del radar
Il 26 luglio del 1934 MARCONI realizzò il collegamento radiotelegrafico tra l' Elettra ed il radiofaro di Sestri Levante in onde di 63 cm, dimostrando come fosse possibile per una nave, in caso di nebbia, trovare con sicurezza ed alla cieca l' entrata di un porto. Nel marzo del 1935 compì sulla Via Aurelia esperienze di avvistamento a distanza, anticipando i risultati raggiunti solo successivamente dal radar. Con l' impiego delle microonde MARCONI si occupò anche di televisione, preconizzando l' avvenire, ed istituì anche campi di ricerca sull 'impiego terapeutico delle radioonde (Marconietarapia).
GUGLIELMO MARCONI, in seguito ad un attacco di angina, si spegne a Roma il 20 luglio 1937. Per ricordare il suo nome, la sua multiforme attività di ricercatore, inventore, sperimentatore, studioso e scienziato, le radio di tutto il mondo osservarono un lungo e deferente minuto di silenzioso rimpianto.
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IL CODICE MORSE
Il Codice Morse, detto comunemente anche Alfabeto Morse, è un sistema per trasmettere lettere, numeri e segni di punteggiatura per mezzo di un segnale in codice ad intermittenza. È stato sviluppato da Alfred Vail nel 1835 durante la sua collaborazione con Samuel Morse nello sviluppo della telegrafia e completato l'8 gennaio del 1838.Il codice Morse è una forma antelitteram di comunicazione digitale, tuttavia diversa dai moderni codici digitali binari che usano solo due stati (comunemente rappresentati con 0 e 1), il Morse infatti ne usa 5: punto (•), linea (—), intervallo breve (tra ogni lettera), intervallo medio (tra parole) e intervallo lungo (tra frasi).

sabato 17 maggio 2008

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